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rita atria 874
di Davide de Bari*
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Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi”. Sono queste alcune delle parole più significative che Rita Atria ha lasciato in eredità a tutti noi, dopo la sua morte avvenuta il 26 luglio 1992. La “picciridda” di Partanna (TP) non era riuscita a reggere al dolore della morte di Paolo Borsellino, che considerava come un padre. La mafia, oltre a Borsellino, le portò via suo padre, don Vito Atria, boss appartenente agli Accardo che fu ucciso per la sua contrarietà all’affare della droga ed il fratello Nicola, anche lui coinvolto in affari di mafia e assassinato per aver cercato di vendicare suo padre. Rita dopo la morte del padre e del fratello decise di abbandonare la strada della vendetta e di affidarsi alla giustizia. La ragazza raccontò tutto ciò che sapeva e si affidò a Paolo Borsellino, al tempo procuratore della Repubblica di Marsala, che l’aveva presa sotto la sua protezione. Nel momento in cui fu assassinato Borsellino, Rita cadde in un profondo stato di prostrazione e pochi giorni dopo decise di gettarsi dal balcone della sua nuova casa, ricevuta grazie al programma testimoni, in via Amelia, 23 a Roma. “Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita. - scrisse Rita qualche giorno prima di morire - Tutti hanno paura ma io l’unica cosa di cui ho paura è che lo Stato mafioso vincerà e quei poveri scemi che combattono i mulini a vento saranno uccisi (…) Borsellino, sei morto per ciò in cui credevi. Ma io senza di te sono morta”.
L'esempio coraggioso di Rita non può cadere nel dimenticatoio, come cercò di fare sua madre frantumando la sua lapide a martellate o chi la definì “un’infame”, infangano la sua memoria.
Noi giovani abbiamo il dovere di ricordare la storia di Rita, perché attraverso essa si può comprendere che la giustizia è l'unica arma che può sconfiggere la mafia. E solo affidandoci a essa, credendo nel suo istituto di valori, la guerra potrà essere vinta.

*Davide De Bari, 23 anni, gruppo Our Voice Marche (Italia)

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