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Finalmente qualcuno che abbia ascoltato le grida di aiuto del popolo italiano! Da troppo tempo non veniva fatta giustizia. Continui erano i soprusi: all’italiano medio veniva rubato il lavoro, la terra, le donne e nessuno aveva mai avuto il coraggio di prendere la sua difesa; nessuno fino ad ora.
Bene, sono molto contento. Giornata memorabile, sono felice”. Così esordisce il vicepresidente del consiglio, Matteo Salvini, a seguito del consenso manifestato dalla Camera in merito al Decreto Sicurezza, da lui proposto. È il 6 novembre 2018 quando viene ufficialmente approvata la fiducia e il decreto diviene legge.
Ma qual è il suo contenuto? La normativa, inizialmente divisa in due (decreto sicurezza e decreto immigrazione), viene successivamente fusa. Il decreto immigrazione è quello più sostanzioso. Nonostante ciò, gli obiettivi fondamentali sono facilmente sintetizzabili: rendere sempre più difficile la permanenza in Italia ai richiedenti asilo (un esempio, i tempi per la concessione della cittadinanza, per il matrimonio e la residenza sono raddoppiati passando da due a quattro), semplificare la rimozione dello status di protezione internazionale e risparmiare sui costi necessari al “mantenimento” della loro presenza all’interno della nazione (risparmio totalmente indifferente al prevedibile peggioramento delle condizioni di vita).
Mentre Salvini segue imperterrito il grido “chi si ferma è perduto”, ed esulta sui social, il decreto provoca non poche polemiche. Alcuni sindaci si sono apertamente esposti, come ad esempio Leoluca Orlando, Luigi De Magistris, Giuseppe Falcomatà. Essi hanno deciso di non applicare la legge nei propri comuni, manifestando così una resistenza civile e pacifica a quello che considerano un decreto basato su misure repressive e fasciste.
Secondo le stime realizzate dall’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale), il decreto causerà da qui al 2020 un aumento del 10% dei cosiddetti “clandestini”. Essere immigrati irregolari significa non poter avere un lavoro né ricevere prestazioni sociali (le quali prevedono anche le pensioni, le spese sanitarie o scolastiche). Queste attività non vanno confuse con un atto di beneficienza, ma hanno carattere di obbligo giuridico e trovano la loro base nei principi fondamentali della Costituzione. Tali negazioni non possono che incentivare l’illegalità.
Eppure è inutile imputare Salvini di essere l’artefice di ogni male. Il Vicepresidente del Consiglio è stato votato dagli italiani e un 63% di essi ritiene sia corretto rispettare questo nuovo decreto. E allora, dove ricercare la causa di tutto ciò? Come hanno fatto i cittadini di una nazione, da sempre nota per la ricchezza culturale, a commentare post xenofobi, del tipo: “non mollare unico capitano…”?

immigrati irregolari italia 2
La sorgente principale è senza dubbio una grande e diffusissima disinformazione. L’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, in un’ intervista a Simona Musco sostiene: “Non possiamo chiudere gli occhi in questo modo su un fenomeno migratorio che è provocato dagli occidentali, come se queste persone venissero a fare turismo o una crociera; mentre noi andiamo 'a casa loro' per saccheggiare, imporre armi, guerra e dittature politiche”. Il suo intervento richiama il popolo italiano a una rinnovata sensibilità e a una vera ricerca sul tema. Spesso, purtroppo, l’odio, la paura e tutti i pregiudizi nei riguardi dei migranti trovano origine proprio nella poca conoscenza dell’argomento, il quale conduce, inevitabilmente, alla realizzazione del teorema di Thomas: “Se gli uomini definiscono reali certe situazioni, esse saranno reali nelle loro conseguenze”. Questo accade nella maggior parte dei casi. Ogni singolo episodio di cronaca nera, regolarmente amplificato dai media, provoca una paura cieca nei confronti di ciò che ci appare differente. Questi timori finiscono per rafforzarsi nella quotidianità. In ogni notizia viene individuata la prova schiacciante di una minaccia all’ordine pubblico, estesa a tutti gli “stranieri”.
Fatte queste attente valutazioni, non è così assurdo prendere in considerazione un’altra parte del decreto in cui viene esteso alle polizie locali (dei comuni che superano i 100 mila abitanti) l’utilizzo delle “armi a impulso elettrico”, i cosiddetti taser. Amnesty International lancia l’allarme: “L’uso di queste pistole ha avuto, in diversi casi, conseguenze mortali”. L’organizzazione sostiene che la decisione non sia esattamente conforme agli standard internazionali sui diritti umani. E dire che abbiamo da poco festeggiato il 70° anniversario del documento sui diritti delle persone … L’ Art. 3 recita: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona”. Sì, indubbiamente, gli enunciati della suddetta dichiarazione sono largamente rispettati.
È fondamentale che attraverso le scuole e le iniziative pubbliche venga proposta un’informazione di controtendenza, per restituire al popolo italiano una coscienza e una memoria.
Memoria di tempi passati, nella quale gli immigrati “puzzolenti” e “ruba lavoro” erano proprio gli italiani.

*Beatrice Boccali, 20 anni, responsabile gruppo Friuli Venezia Giulia (Italia)

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