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montepacini cronache fermane sfw
di Jamil El Sadi* -

Disabilità, immigrazione, comunicazione sociale sono alcuni dei temi affrontati da noi ragazzi del 4 D del Liceo Economico Sociale di Fermo, durante la tanto discussa alternanza scuola-lavoro che si è tenuta dal 19 al 23 febbraio scorsi . E’ stata un’esperienza formativa diversa quella che abbiamo deciso di intraprendere presso la fattoria sociale di Montepacini, punto di incontro di più realtà: richiedenti asilo, minori e giovani-adulti disabili e soggetti svantaggiati. Montepacini è, infatti, il frutto, della sinergia che nel corso del tempo si è consolidata fra l’Amministrazione Comunale, l’Unità Operativa Servizi per Disabili, i genitori del Centro Socio Educativo Riabilitativo e la Cooperativa Sociale ONLUS “La Talea” di Treia. Nello scenario della nuova sede presso Molini di Tenna, guidati dagli educatori Francesca Bernabucci e Cristiano Lucini, con la presenza degli insegnanti del Liceo Economico Sociale Daniela Santini,Giuseppe Ascani, Barbara Beleggia, degli operatori e ragazzi del Centro, abbiamo intrapreso un percorso di crescita e di educazione, aperto al dialogo, alla conoscenza, alla riflessione.

Lunedì 19 febbraio il primo dei cinque incontri ha visto come relatore il giornalista Andrea Braconi, che si è concentrato sul tema della discriminazione nella comunicazione 2.0. Il giornalista di CronacheFermane.it ci ha dimostrato, infatti, come nel 2018 ci sono ancora discriminazioni di ogni genere e tipo, che diventano sempre più virali grazie ad un mal utilizzo dei social network: uno fra tutti Facebook. Attraverso alcuni “gruppi”, al cui interno a volte si contano anche migliaia di utenti, si condividono notizie, spesso false, con lo scopo di mostrare ciò che si vuole e non ciò che si deve. Si descrivono fatti o avvenimenti da visioni partitiche, viene manipolata l’informazione con titoli provocatori, volti per lo più ad incuriosire, a sollecitare un like, intorpidendo curiosità e criticità. Nella bulimia di commenti incontrollati e incontrollabili regnano spesso superificialità, stereotipi e luoghi comuni, nonchè offese, insulti, germi di una violenza virtuale che ha il potere di uccidere e schiacciare, soprattutto i soggetti più deboli. Nella foresta di Facebook si contanto numerosissimi gruppi discriminatori: 350 gruppi anti-immigrati, oltre 400 anti-meridionali, 100 anti musulmani e 100 gruppi anti zingari. Su Twitter si contano in otto mesi oltre 150.000 tweet contro gli immigrati, 1.100.000 tweet contro le donne, oltre 479.000 sui disabili. “Essere anti” ” essere contro” ha cancellato “essere”. Schiacciati dal bisogno di aggredire l’altro, dimentichiamo chi siamo. Anneghiamo nell’omologazione e nell’insulto, l’incapacità di guardarci e riconoscerci. Scegliere, nella consapevolezza che c’è un’alternativa tra l’ignoranza e la conoscenza, tra la possibilità del bene e quella del male, pensare, sorridere, progettare sono le parole che, secondo Andrea Braconi, possono rendere i “social” “sociali” e rifondare una società più equa.

Si può diventare capaci di cambiare il mondo, di uscire dall’orizzonte asfittico della violenza e della discriminazione. Ce lo ha confermato mercoledì 21 febbraio il maestro Marco Moschini : “Dobbiamo aiutare i bambini a valorizzare i diversi, a cogliere nella diversità, elementi di valore e di importanza che normalmente non vengono visti”. In una sola frase: “Educare lo sguardo”. Come? Riflettendo sugli “scarti” e donandogli un valore aggiunto: una bottiglia di plastica diventa un razzo, un vasetto di yogurth un piccolo canestro, una foglia una barca, e ancora… uno scarabocchio un quadro, una linea il contorno di un disegno che sarà, una parola una metafora. Trasferire da una dimensione all’altra, da sè ad un altro, non escludendo nulla, non buttando via nulla come inutile e brutto, ma prestando at-tenzione, inter-esse per ciò che si nasconde potenzialmente in ogni cosa e quindi in ogni persona. Ciò che differenzia uno scarto da un oggetto pregiato è solo il modo in cui lo si guarda e così “ciò che un bambino “diverso” o immigrato pensa di sè dipende soprattutto da ciò che legge negli occhi degli altri”. E’ quindi lo sguardo dei “normali” nei confronti del “diverso” che va educato, perché all’interno delle diversità ci sono infinite opportunità e inestimabili ricchezze . Lo sanno bene Marco Marchetti, Andrea Borraccini, Giuseppe….che da tempo si impegnano a realizzare a Montepacini un progetto di agricoltura sociale e di inclusione delle persone disabili e svantaggiate in collaborazione con i genitori, i volontari e le associazioni del territorio. Giovedì 22 e venerdì 23 febbraio sono stati loro ad illustrarci la storia, le tappe, le difficoltà e le soddisfazioni di questa percorso che si sta aprendo a tante iniziative: la vendita dei prodotti biologici raccolti nel campo, un percorso progettuale per il dopo di noi in attuazione della Legge 112, l’esperienza del Soccer Dream Montepacini, la fantastica squadra di persone disabili, volontari e richiedenti asilo, esempio della bellezza dell’integrazione e della fratellanza.

La nostra alternanza ha attraversato queste parole e si è fatta viva: esperienza educativa che ha “portato fuori” una parte di noi: è stata proprio la relazione vera, quotidiana con i ragazzi e le ragazze disabili di Montepacini a renderla unica. Abbiamo collaborato con gli educatori, abbiamo “coltivato” rapporti di semplicità e di affetto, abbiamo parlato per ore con Musa, un ragazzo del Gambia che ci ha raccontato del suo viaggio per mare, e abbiamo giocato, suonato, lavorato, passato tempo con i ragazzi, abbiamo accompagnato i loro gesti e i loro sguardi nei vari laboratori (animali, giardino, falegnameria, cucina, orto e didattica). Abbiamo imparato a guardare con i loro occhi pieni di entusiamo e di amore gratuito. E sono stati loro alla fine a cambiarci: sono stati i ragazzi i veri e propri educatori del nostro cuore.

Tratto da: cronachefermane.it

*Membro di Our Voice e studente del Liceo Annibal Caro di Fermo

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