di Sonia Bongiovanni* -
Occhi di madre che raccontano storie indelebili, vite spezzate, ma ancora vive.
Pugni chiusi che ispirano lotta, giurano resistenza e gridano giustizia.
Viso soave e coraggioso, rughe di saggezza che insegnano perseveranza.
Sangue di un figlio che rimarrà vivo in eterno; ricordo che vola, sorride e respira nell’aria. Voce che trema, ma resta sicura; risuona nelle menti e con speranza canta vittoria: in realtà è certezza, perché loro hanno già vinto. Anima pura e libera, viva per amore.
Meraviglia e forza.
Corpo gracile che ogni mattina si alza, mano che sfiora quel panno bianco e lo afferra, lo sente, lo stringe, lo abbraccia, lo vive; lo lega al capo ancora una volta e cammina, a testa alta.
Lo scorso 24 marzo a Buenos Aires abbiamo partecipato alla 43esima Marcia per la Memoria che ricorda i “desaparecidos” durante l’ultima dittatura militare Argentina. Abbiamo avuto l’onore di intervistare tante persone importanti nella lotta a favore dei diritti umani, tra queste una delle tante madri del movimento “Madres y Abuelas de Plaza De Mayo” che marciano ogni giovedì della settimana chiedendo verità e giustizia per i propri figli e nipoti.
*Direttrice Movimento Culturale Internazionale Our Voice