di Gabriele Pappalardo* -
Troppo spesso si parla della Costituzione con superficialità, addirittura non se ne parla affatto e non si fanno conoscere le sue implicazioni reali nella nostra vita.
La Costituzione in Italia è legge prevalente, cioè è un atto normativo al di sopra di tutte le leggi e perfino di tutte le persone. Questo, perché nessun Presidente può permettersi di ergersi contro di essa direttamente o indirettamente: solo il Parlamento, votato dal popolo, può farlo attraverso entrambe le Camere con due rispettive votazioni (a maggioranza di due terzi dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione, altrimenti è possibile sottoporre la legge di revisione costituzionale a referendum popolare).
Quindi, la modifica della Costituzione è prevista con questo procedimento.
Non è possibile che esistano individui che vadano contro la carta costituzionale.
Essa è la summa dello Stato, cioè lo identifica come un organismo che si rifà ai principi in essa contenuti.
La nostra Costituzione risale al 1948 e scrive delle regole che non possono essere derogate.
Fin dai principi fondamentali, è possibile notare il carattere inclusivo che lo Stato dovrebbe attuare nei confronti di tutti i cittadini per renderli partecipi della vita sociale, perché - ad esempio - si stabilisce che la sovranità appartiene al popolo, quindi in questo caso si prevede proprio a chi è demandato il potere. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo. Il principio di uguaglianza nell'art. 3 dimostra come non siano accettabili discriminazioni che riverberino nella vita reale delle persone, perché è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale. L’art. 4 dichiara il diritto al lavoro per tutti i cittadini non solo come riconosciuto, ma anche da rendersi effettivo perché ogni cittadino deve poter concorrere al progresso materiale o spirituale della società. Dunque, le leggi emanate dal Parlamento o, in casi eccezionali, dal Governo dovrebbero garantire, ovviamente, il lavoro a tutti perché nessuno può essere escluso dalla società.
L’art. 9 enuncia lo sviluppo della cultura, la ricerca scientifica e tecnica, allo stesso tempo tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Leggi emanate come vendita del demanio pubblico sono incostituzionali, agli occhi di qualunque persona dotata di cervello.
L'art. 11 impone il divieto di muovere guerra: articolo rispettato alla lettera dall'Italia, che con i suoi settanta milioni di euro al giorno spesi in armi contribuisce al benessere dei cittadini; benessere che è maggiormente favorito dall'inserimento, in costruzione, del pareggio di bilancio, a seguito dell'entrata in vigore dell'euro e a causa dell'Unione Europea la quale ha favorito un progressivo rafforzamento del ruolo del Governo. Ovviamente, è ironico il benessere dei cittadini, i quali sempre di più vedono disparità di trattamento e i poveri non hanno la possibilità di farsi sentire perché le istituzioni bancarie europee, in accordo con i governi del tempo e in particolare con la nascita dell'euro, hanno incominciato a rubare la ricchezza degli italiani.
Eppure, la Costituzione prevede l'eliminazione di ogni ostacolo alla piena realizzazione del cittadino, tuttavia pare che debbano sentirsi realizzate solo le persone in carne e ossa come noi, ma che conducono le sorti dei popoli. L’Unione Europea avrebbe dovuto essere, come è fondato nella Costituzione, un mezzo per garantire la pace, non per stampare soldi.
La Costituzione è tradita, perché è venuta meno la centralità di ogni singolo individuo, da trattarsi egualmente al suo concittadino e anche immigrato ( più volte si enuncia la parola tutti e non solo i cittadini); invece, continuano a essere consolidate le posizioni di potere da parte dei personaggi che arrivano al comando, di conseguenza la Costituzione rimane solo sulla carta. Una carta che avrebbe dovuto scrivere una bellissima storia, perché i prìncipi enunciati sono di una tale pregnanza che, se attuati, porterebbero a una società giusta. Se avessimo avuto una Costituzione meno giusta, forse cercheremmo maggiore giustizia? Oppure non la cerchiamo perché tanto “abbiamo una Costituzione bella”? Non ci rendiamo conto, in realtà, che essa non è applicata e sono poche le parti che vengono fatte valere, per lo più allo scopo di favorire, in ultima analisi, il mantenimento dei privilegi da parte di alcuni.
Com'è possibile attuare la Costituzione se noi permettiamo che settanta milioni di euro al giorno vengano spesi in armi? Il diritto al cibo, alla salute e alla scolarizzazione sono diritti primari che non possono essere disattesi.
Il dovere di solidarietà è un altro principio fondamentale previsto dalla nostra fonte primaria.
Quest’ultima, enuncia anche il principio di laicità dello Stato.
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*Membro gruppo Our Voice Milano (Italia)