Pazzi e terroristi sono i menzogneri, i codardi e gli omertosi -Video
di Jamil El Sadi
Sono passati 42 anni e 3 generazioni da quel fatidico 9 maggio 1978. Molti lo ricordano per il ritrovamento del corpo senza vita dell'onorevole Aldo Moro, altri per la morte di Peppino Impastato. Ed è stata la volontà di ricordare un grande personaggio come il giovane attivista siciliano, torturato e poi ucciso a Cinisi, che ha spinto la nostra direttrice Sonia Bongiovanni a farne memoria con un nuovo video di "Our Voice Production". Quest'ultimo è stato realizzato appositamente per essere presentato durante la diretta Facebook di "RADIO 100 PASSI" intitolata "9 maggio 2020 - ricordando Peppino Impastato".
"[...] È sempre bello ricordare un amico mai conosciuto, un fratello, un padre, un maestro, un compagno di lotta, un militante, un comunista, un artista, un libero pensatore, un sognatore". Ha aperto così Sonia il suo ricordo, con alle spalle l'immagine di un altro grande rivoluzionario e martire: Ernesto "Che" Guevara. Ma se è vero, com'è vero, che la mafia non è altro che uno dei tanti strumenti in mano ad un sistema criminale integrato nel potere politico ed economico, è vero anche che Peppino, per lo stesso motivo, era scomodo non solo per la mafia, ma anche per quelle "menti raffinatissime" di cui negli anni a seguire avrebbe parlato il giudice Falcone. Che Peppino non desse fastidio solo alla criminalità organizzata "lo dimostra l'accusa di favoreggiamento nei confronti del generale Antonio Subranni (condannato in primo grado nel processo Trattativa Stato-mafia) - ha continuato la nostra direttrice - e l'accusa di falso nei confronti dei sottufficiali che perquisirono casa Impastato: Carmelo Canale, Francesco De Bono e Francesco Abramo".
Come ci ha insegnato Peppino l'arte e l'attivismo vanno affiancati allo studio. Sappiamo, infatti, che i suddetti reati sono stati prescritti e ci uniamo alla nostra direttrice per chiedere al generale Subranni, e agli altri accusati, di "collaborare con la giustizia, ammettere il depistaggio e raccontare come sono andati realmente i fatti" perché ricordando le parole del consigliere togato al CSM, Nino Di Matteo, "una verità parziale sarà pur sempre una verità negata".
Sonia ha poi continuato il ricordo del giovane rivoluzionario rivolgendosi proprio a Subranni, De Bono, Canale e Abramo dicendo che: "Per molti Peppino è stato un pazzo, un suicida, un terrorista. Per noi i pazzi, i terroristi e gli assassini siete voi, perché anche la codardia, la menzogna, l'omertà sono forme di violenza".
"Peppino vive nelle idee rivoluzionarie, nella poesia, nella satira e nella sua teatralità [...]. - ha poi concluso Sonia - Peppino è il fior di campo che sboccia nel giardino sotto casa. Sta a noi annaffiarlo per non farlo morire mai".