Di Dennis Pinzone

"Noi ragazzi siamo qui a manifestare per la morte di Lorenzo Parelli, vittima di un sistema assassino che in nessun modo sembra avere interesse nel tutelare noi giovani, emarginati e abbandonati dal gravoso e inaccettabile silenzio da parte delle istituzioni, le quali adottano la politica dell'indifferenza o peggio del manganello".
Il coro studentesco non sembra volersi fermare. Nella giornata di venerdì, 28 gennaio, decine di migliaia di studenti si sono dati appuntamento nelle principali piazze d’Italia, per ricordare, ancora una volta, Lorenzo Parelli, il diciottenne di Udine tragicamente morto durante il suo ultimo giorno di alternanza scuola lavoro. A guidare l’iniziativa nazionale, sono stati sempre i collettivi studenteschi, fra cui OSA, Cambiare Rotta e il movimento “La Lupa”, il quale ha indetto il corteo di Roma, sviluppatosi alle 16:30 da Piazza Esquilino fino a Largo Corrado Ricci, all’imbocco dei Fori imperiali.
Chiara la denuncia riportata su uno striscione davanti alla folla: “Di scuola non si può morire, è tempo di riscatto”. Durante il percorso, numerosi sono stati anche i cori esplosi a gran voce dagli studenti “Lorenzo è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai”, “l’alternanza non la vogliamo” e ancora “Siamo tutti Antifascisti”.
La crescente risposta da parte degli studenti a queste chiamate nazionali mette in evidenza un drammatico e inaccettabile problema: L’indifferenza dello Stato. Oggi più che mai, noi giovani abbiamo il dovere e il compito di denunciare l’incompetenza e il mancato svolgimento del proprio compito da parte della quasi totalità della classe politica all’interno del governo. Lo stesso che, venendo meno all’articolo 11 della Costituzione che espressamente recita “l’Italia ripudia la guerra”, ha preferito stanziare oltre 25 miliardi di euro per le spese militari, lasciando indietro gli investimenti alla sanità e all’istruzione e smascherando in questo modo la vera natura di una classe dirigente fallita, incapace di accogliere le richieste e le necessità delle nuove generazioni.

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La crescente risposta da parte degli studenti a queste chiamate nazionali mette in evidenza un drammatico e inaccettabile problema: L’indifferenza dello Stato. Oggi più che mai, noi giovani abbiamo il dovere e il compito di denunciare l’incompetenza e il mancato svolgimento del proprio compito da parte della quasi totalità della classe politica all’interno del governo. Lo stesso che, venendo meno all’articolo 11 della Costituzione che espressamente recita “l’Italia ripudia la guerra”, ha preferito stanziare oltre 25 miliardi di euro per le spese militari, lasciando indietro gli investimenti alla sanità e all’istruzione e smascherando in questo modo la vera natura di una classe dirigente fallita, incapace di accogliere le richieste e le necessità delle nuove generazioni.

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