Scritto da: Dennis Pinzone
Oggi la lotta antifascista è: No alla NATO, no alla Mafia e all’imperialismo degli Stati Uniti.
Ieri lo stivale era in festa. Da Nord a Sud decine di migliaia di persone si sono riversate nelle piazze per commemorare il settantasettesimo anniversario della Giornata della Liberazione, momento in cui si ricorda la liberazione dell’Italia dal governo fascista e dall’occupazione nazista. Durante la ricorrenza, celebrata anche come anniversario della Resistenza, si ricorda il sacrificio dei partigiani che, a partire dal 1943, contribuirono a liberare il nostro Paese.
Le formazioni partigiane si costituirono nel corso della Seconda Guerra mondiale, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, ed erano formate da antifascisti e militari del disciolto regio esercito. L’adesione alle varie brigate (distinte per orientamento politico) crebbe a dismisura: uomini e donne si batterono insieme contro un unico grande nemico, il nazifascismo. I partigiani rappresentarono la volontà di un Paese che non si volle piegare al potere che lo assoggetava.
Palermo, Ancona, Reggio Emilia, Padova, Reggio Calabria e Milano. Queste le città nelle quali il Movimento culturale internazionale Our Voice ha presenziato sferrando una denuncia diretta e chiara.
“In questo giorno, grazie al sacrificio di migliaia di partigiani e partigiane, uomini, donne, operai, contadini, giovani, renitenti alla leva, l’Italia venne liberata da trenta anni di governo fascista e dall’occupazione nazista. Ma in questi anni l’Italia successivamente è stata occupata di nuovo, il 9 luglio del ‘43 lo sbarco degli alleati in Sicilia, fu reso possibile grazie alla criminalità organizzata di stampo mafioso.” Continuando Jamil ha voluto ricordare l’ombra mafiosa dietro allo sbarco degli alleati in Sicilia: “E’ un dato di fatto che boss mafiosi di Cosa Nostra, dopo lo sbarco divennero sindaci grazie agli alleati. Il nostro Paese, quindi, è stato liberato dal nazifascismo, ma è stato subito dopo sottoposto, soggiogato, oppresso da un altro potere imperialista colonizzatore che ha coronato una dittatura con i colori della democrazia violando ogni articolo della nostra Costituzione a partire dal primo che sancisce che l’Italia è un Paese sovrano. L’8 settembre del ‘43 con la firma dell’armistizio abbiamo concesso una resa senza condizioni dal punto di vista politico, economico, finanziario e difensivo militare. Con l’entrata all’interno del Patto Atlantico, siamo diventati una vera e propria colonia, una colonia statunitense. Siamo diventati un avamposto militare e oggi lo stiamo vedendo più che mai. Le potenze occidentali oggi sono diventate uno “strumento di offesa contro i curdi, contro i palestinesi, contro i siriani, contro gli yemeniti, contro le popolazioni originarie indifese. Al fianco degli Stati Uniti abbiamo finanziato e condotto guerre illegali, barbare in Afghanistan, in Iraq, in Siria, in Libia e oggi in Ucraina, violando non solo i diritti dei trattati internazionali, ma anche l’articolo 11 della nostra Costituzione. Oggi questa follia criminale continua imperterrita. Sono centoventi le basi NATO presenti sul suolo italiano, ci sono tredicimila soldati americani e come facciamo a non chiamarla occupazione questa?. Abbiamo violato ormai da tempo il Trattato di Non Proliferazione Nucleare e dopo aver vissuto l’orrore di due guerre mondiali, oggi siamo pronti a spendere oltre quaranta miliardi di euro all’anno in spese militari, con una sanità ridotta all’osso, un’istruzione sempre più carente e una politica inutile e assente. Oggi stiamo inviando armi per fomentare guerre, quando in realtà dovremmo essere un paese per la diplomazia, pacifista, senza vergogna. Dobbiamo liberarci da ogni condanna criminale, mafiosa, imperialista, coloniale, patriarcale, antiumana e che viola i diritti umani di tutte e tutti. Noi giovani lo faremo e continueremo a farlo, a scendere ogni giorno, perché ogni giorno è il 25 aprile”. Queste le parole usate dal giovane attivista italo-palestinese Jamil El Sadi, durante l’evento organizzato dall’A.N.P.I. a Milano al quale hanno partecipato decine di migliaia di giovani.
Oggi in molti si riuniscono nel ricordo di Sandro Pertini, ex presidente della Repubblica. Ebbene lui contro il Patto Atlantico, contro la NATO, diceva: “I partigiani hanno manifestato la loro decisione di mettersi all’avanguardia della lotta per la pace, che è già iniziata in Italia, essi sono decisi a costituire con le donne, con tutti i lavoratori una barriera umana onde la guerra non passi. I partigiani anche un’altra volontà hanno manifestato, ed è questa: saranno pronti con la stessa tenacia, con la stessa passione con cui si sono battuti contro i nazisti, a battersi contro le forze imperialistiche straniere qualora domani queste tentassero di trasformare l’Italia in una base per le loro azioni criminali di guerra. Per tutte queste ragioni noi voteremo contro il Patto Atlantico”.
E così noi faremo: giovani, studenti, studentesse, lavoratori, lavoratrici, donne, uomini e tutte le soggettività di ogni età, bambini e bambine.
Perché la lotta partigiana appartiene a tutti e a tutte. La lotta partigiana non si è fermata alla seconda guerra mondiale, ma continuerà fino al raggiungimento di una vera liberazione del nostro Paese da ogni potere mafioso, fascista, razzista, imperialista e colonizzatore.
Ora e sempre Resistenza!