Di Arianna Viola
Le foreste tropicali e tropicali primarie stanno scomparendo ad un ritmo costante.
Nel 2021, è stata rilevata la distruzione di più di 10 milioni di ettari di foreste.
Ciò è avvenuto nonostante l’impegno formale a bloccare l’avanzata del fenomeno della deforestazione entro il 2030, preso da oltre 100 leader mondiali durante la COP 26 di Glasgow dello scorso anno.
L’agghiacciante notizia proviene dal rapporto annuale Global Forest Watch del World Resources Institute (WRI), in collaborazione con il Global Land Analysis and Discovery Laboratory dell'Università del Maryland.
Dal rapporto emergono dati chiaramente allarmanti: nel 2021, infatti, sono stati distrutti circa 11,1 milioni di ettari di foreste tropicali, pari alla superficie dell’Honduras.
Di questi, 3,75 milioni erano di foreste tropicali primarie. Esse hanno un ruolo fondamentale a livello ambientale: sono le foreste più antiche e longeve; non sono state intaccate dalle attività umane; sono capaci di assorbire grossi quantitativi di anidride carbonica; e comprendono la più ricca biodiversità del pianeta.
Pertanto, la sua distruzione, che nel 2021 è proceduta con un ritmo di circa 10 campi da calcio al minuto, non comporta solo disequilibrio ambientale e perdita della biodiversità (entrambi fattori già di per sé gravi), ma anche il rilascio di anidride carbonica.
Infatti, a seguito della perdita dei 3,75 milioni di ettari di foresta tropicale primaria, vi è stato un rilascio di circa 2,5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, equivalente alle emissioni annue dovute ai combustibili fossili in tutta l'India.
A questi dati, il Global Forest Watch ha affiancato la classifica dei Paesi con la più grave perdita di foresta tropicale. In cima alla classifica vi è il Brasile, che ha perso 1,5 milioni di ettari di foresta tropicale l'anno scorso, pari a oltre il 40% della vegetazione tropicale del pianeta. Le cause di ciò sono tanto semplici da individuare quanto complesse da risolvere: 0,36 milioni di ettari di foresta tropicale sono andati perduti a causa degli incendi; mentre i restanti 1,19 milioni di ettari a causa dell’agricoltura.
Al secondo posto, invece, si trova la Repubblica Democratica del Congo, che nel 2021 ha perso circa 500 mila ettari di foresta tropicale. Infine, sul terzo scalino del podio vi è la Bolivia, con 291 mila ettari di foresta tropicale primaria perduti.
La causa principale di tale fenomeno è da ricercarsi negli incendi boschivi, che vengono spesso appiccati dall’uomo per pulire e liberare i terreni, ma che sfuggono al controllo umano a causa del riscaldamento globale.
Accanto agli incendi, un’altra causa preponderante della deforestazione è l’allevamento. Secondo il WWF, infatti, lo spazio necessario agli animali da pascolo e quello per le coltivazioni impiegate per sfamarli causa più del doppio della deforestazione dovuta all’agricoltura.
Infine, anche se in minore misura, anche l’estrazione di carbone e la raccolta di legname favoriscono la deforestazione.
Per questo, il WRI ha richiesto “grandi cambiamenti”, tra cui “percorsi di sviluppo che non comportino l’espansione dell’agricoltura nelle foreste primarie” ed “energia pulita a prezzi accessibili, per ridurre la dipendenza dal carbone e da altre forme di energia ricavate dal legno”. Il WRI ha proposto, inoltre, dei metodi pratici e concreti per ridurre la deforestazione fino ad annullarla entro la fine del decennio, come previsto e stabilito durante la COP 26. In primis, sfruttare i dati precisi e puntuali provenienti dal Global Forest Watch per formulare politiche mirate alla salvaguardia delle foreste tropicali e per consentire alle grandi aziende l'acquisto solo di materie prime provenienti da territori in cui vi è un basso tasso di deforestazione. È, poi, fondamentale rendere le popolazioni locali consapevoli dei danni a cui la deforestazione può portare e promuovere progetti di tutela delle foreste tropicali che vadano di pari passo con le politiche di mitigazione del clima.
Solo sfruttando questi quattro metodi sarà possibile, secondo il WRI, abbassare il tasso di deforestazione con tasso stabile e arrivare all’obiettivo proposto durante la COP 26. Purtroppo, queste strategie non sono ancora state adottate e, infatti, come dimostrano i risultati del Global Forest Watch, la deforestazione sta procedendo a ritmo costante in tutte le aree in cui sono presenti foreste tropicali. Escluse alcune eccezioni degne di nota. ma non sufficienti, come la Malesia che negli ultimi due decenni ha perso soltanto l’1% della sua foresta tropicale primaria. Continuando di questo passo e sottovalutando il problema della deforestazione, rischiamo di continuare ad arrecare danni irreparabili sia all’ambiente che, di diretta conseguenza, a noi stessi.