
Francesca Albanese: “A Gaza è in atto un genocidio, il diritto internazionale viene distrutto”

Francesca Albanese: “A Gaza è in atto un genocidio, il diritto internazionale viene distrutto”
Intervista esclusiva alla Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sul Territorio Palestinese occupato
In questa intervista, rilasciata in esclusiva ad Our Voice, Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per il Territorio Palestinese occupato, denuncia con forza ciò che sta accadendo in Palestina: “Israele sta commettendo atti che costituiscono genocidio. Gaza è il cuore pulsante di un genocidio che non abbiamo potuto prevenire ma abbiamo l’obbligo di fermare”.
Nel suo nuovo libro "Quando il mondo dorme" (ed. Rizzoli), Francesca racconta dieci storie vere per offrire uno sguardo umano e profondo sulla realtà palestinese: “La mia voce si appoggia a persone che hanno vissuto, amato e sofferto quella terra, per raccontare la quotidianità, l’occupazione, l’apartheid, il genocidio”.
Parlare di genocidio non è solo una scelta etica, sottolinea, ma anche giuridica: “Il genocidio è la distruzione intenzionale di un gruppo in quanto tale. Questo è ciò che definisce l’articolo 2 della Convenzione ONU. E ciò che Israele sta facendo ai palestinesi rientra perfettamente in questa definizione”.
Albanese evidenzia, inoltre, come la giustificazione basata sulla lotta contro Hamas ricalchi narrazioni coloniali già viste nel corso della storia: “Durante il colonialismo si è sempre usata la sicurezza per reprimere e giustificare crimini. Oggi si ripete lo schema. I palestinesi vengono deumanizzati, tutti assimilati a terroristi. Anche i bambini”. E ancora: "Queste erano le stesse logiche utilizzate dai tedeschi contro gli Herero e i Nama in Namibia: una popolazione che si era ribellata con violenza al colonialismo, perché il colonialismo è, di per sé, violenza — è spoliazione, segregazione razziale, espropriazione di terre e risorse. È questo che fa il colonialismo. E le popolazioni insorgono. Nel colonialismo d’insediamento, la storia ci mostra — e la letteratura lo ha ampiamente analizzato — che per reprimere le insurrezioni si è sempre fatto ricorso alla retorica della sicurezza e dell’autodifesa, usata per giustificare atti criminali, incluso il genocidio degli Herero e dei Nama, così come quello perpetrato contro i nativi americani".
Per questo motivo, Francesca insiste: "Bisogna sempre guardare i fatti mantenendo la prospettiva delle vittime. Quando ci si limita alla cronaca, ad esempio analizzando solo gli attacchi ai coloni in Cisgiordania (come spesso usa fare la stampa mainstream, ndr), si rischia di perdere di vista il contesto più ampio, e con esso la verità storica".
La relatrice speciale ONU, infine ricorda come la tragedia del popolo palestinese cominci ben prima del 07 ottobre 2023 e ben prima della Nakba del 1948. Tutto ha inizio con la nascita del sionismo: “È inaccettabile che la conoscenza resti chiusa nei palazzi dell’ONU o nelle università. Oggi dobbiamo rompere gli argini e rendere consapevole l’opinione pubblica”.
Un appello chiaro: “La differenza oggi non la fanno i governi, ma le persone. Sono i popoli a doversi sentire responsabili delle scelte irresponsabili dei loro governi e invertire la rotta”.