
Il peso politico di Pio La Torre e la sua azione scomoda nella lotta sociale Una voce fuori dal coro contro i silenzi istituzionali

Il peso politico di Pio La Torre e la sua azione scomoda nella lotta sociale
Una voce fuori dal coro contro i silenzi istituzionali
Come associazione ‘Ourvoice’ abbiamo organizzato, nella sede di Palermo, un’assemblea cittadina il 30 Aprile per la ricorrenza annuale dell’omicidio di mafia: La Torre. Questo perché come dice Franco La Torre, figlio di Pio La Torre, ’Nessuna conquista democratica è per sempre’ e forse è bene che certe cose vadano ricordate e non solo in vista della loro ricorrenza.
Parlare di Pio La Torre richiede un’attenta analisi storica degli eventi di cui è stato protagonista o a cui ha preso parte. Attribuirgli un’appellativo come ‘’il pacifista’’, o ricordarlo per essere stato colui che ha proposto quella che solo dopo la sua morte è diventata la legge ‘’Rognoni-La Torre’’, sembra riduttivo. Sembra riduttivo perché il tutto è più complesso di così.
Si tratta infatti di una fitta storia di eventi interconnessi, che trovano un comune denominatore nel soggetto agente: Pio La Torre. Un uomo che con coraggio ha voluto contrastare un sistema corrotto, indagandolo in tutta la sua evoluzione, partendo dalla mafia agricola per finire con la mafia che collabora con lo Stato.
A posteriori possiamo dire che Pio La Torre è riuscito nel suo intento. Lo ha fatto al punto da diventare così scomodo, non solo per la mafia ma anche per lo Stato, da non ricevere più protezione e finire così vittima del sistema stragista.
L’avvocato Armando Sorrentino racconta di come ‘Cucuzza’, protagonista dell’omicidio La Torre, nel ’97 decide di collaborare con lo Stato e di ricostruire la dinamica dell’accaduto.
Cucuzza nello spiegare la gerarchia interna all’associazione mafiosa, parla di come Pino Greco fosse un ‘’soldato’’ mentre egli fosse ‘’il capo famiglia’’ di Borgo Vecchio. Quindi, Cucuzza rivestiva un ruolo del tutto superiore a Pino Greco. Eppure ci si chiede: ‘’perché davanti a questa gerarchia è stato proprio il soldato a dare l’ordine d’esecuzione? E sopratutto perché dare un ordine simile di cui l’intera associazione, come di fatti è avvenuto, ne avrebbe ricevuto un duro contraccolpo?’’ e non solo questo. Durante il processo si è cercato di aprire ulteriori canali di intervento per allargare la sfera del conoscibile, riporta l’Avv. Sorrentino, ma tutte le richieste sono state rifiutate. Sono state molte le richieste di indagine sull’omicidio La Torre, anche perché contestualmente si indagava su quello di Mattarella, dunque perché lasciare senza risposte quello di Pio La Torre?
La cosa più illuminante, che oggi potrebbe accendere qualche luce e dare qualche risposta, è che ad un certo punto, dopo che La Torre era stato per anni tenuto sotto controllo dai servizi segreti, viene “abbandonato”.
Viene sottoposto al controllo di un organo occulto.
E dal 1976 al 1981 non pervengono documentazioni. L’Avv. Sorrentino racconta che era stato chiesto di colmare il vuoto documentale ma è stato detto no. Forse il fatto di averlo abbandonato era quindi finalizzato proprio alla volontà di non dare tutela a Pio La Torre.
Ad oggi abbiamo una verità processuale parziale. E questo non ci basta.
Tiziana Di salvo, figlia di Rosario Di Salvo ucciso al fianco di Pio La Torre il tragico 30 aprile del ’82, riporta che Pio La Torre e suo padre sono stati lasciati soli senza scorta. Tiziana sostiene che la mafia è stata utilizzata dallo Stato, perché <<le lotte di Pio erano più importanti anche della mafia stessa>>. Lo Stato ci ha guadagnato perché ha utilizzato la mafia per far fuori Pio e Pio per mettere sotto scacco la mafia.
Questo è stato possibile grazie all'introduzione dell'articolo 416 bis del codice penale, fortemente voluto da Pio La Torre.
L’ articolo 416 bis è infatti fondamentale perché per la prima volta il fenomeno mafioso viene riconosciuto come passibile di condanna penale.
Viene riconosciuto il reato di associazione mafiosa. Ciò che va sottolineato però è che lo Stato ha lasciato solo La Torre perché era sconveniente.
Pio La Torre che per la prima volta fa nomi e cognomi di politici conniventi alla mafia, ritiene che l'incontro e la compenetrazione tra Stato e mafia fosse voluto da entrambi e che la mafia fosse un fenomeno da legare alle classi dirigenti.
Pio La Torre dice Emilio Miceli, presidente del Centro Studi Pio La Torre, <<non era pacifista, lo è diventato>>. Pio La Torre riconosce nella causa di Comiso contro l'istallazione dei missili voluti dalla Nato in Sicilia, le condizioni realistiche e le possibilità per agire. Egli vuole cominciare un cammino per ottenere una pace che deve essere oltretutto duratura.
A differenza di come accade oggi, come afferma Franco La Torre, prima si agiva su un fronte ampio e non in forma molecolare. Perché si, oggi c’è una viva coscienza civile, ma questa si esprime in atomi incapaci di trovare una sintesi comune.
Invece Pio La Torre l’aveva capito che per combattere il sistema era necessaria un’azione di massa che coinvolgesse tutti. Egli agiva oltre i confini del suo mondo politico. Ed è questa l’eredità più significativa che ci lascia. Perché forse per ottenere il disarmo sembra avere poco senso armarsi.
L’obiettivo di Pio La Torre era il disarmo, inteso come premessa per la pace.
Perché senza pace non ci sono diritti né garanzie. Pio La Torre voleva evitare di far diventare la Sicilia un avamposto miliare, che data la sua posizione strategica in un’ottica geopolitica, avrebbe mutato la sua identità.
Oggi dice Aaron Pettinari, caporedattore di ANTIMAFIADuemila, quando si parla di mafia bisogna capire di che tipo di mafia si sta parlando. Pio La Torre invece aveva capito che si trattava di un sistema.
È una trasversalità occulta di organizzazioni criminali che abbraccia: politica, edilizia e imprenditoria.
L’insieme degli interventi di Franco La torre, Tiziana Di Salvo, Armando Sorrentino, Emilio Miceli e Aaron Pettinari, ci permettono di ricostruire un quadro più chiaro su ciò che è avvenuto con l’omicidio La Torre e cosa del passato riviviamo con troppa attualità ancora oggi.