
Palermo incontra il sindaco di Betlemme: “Diamo concretezza al gemellaggio”

Palermo incontra il sindaco di Betlemme: “Diamo concretezza al gemellaggio”
All’Ars l’evento organizzato dalla comunità palestinese della città: “La Regione Sicilia prenda provvedimenti sul genocidio”
Un ponte di solidarietà e cooperazione tra la Sicilia e la Palestina: è questo lo spirito – o meglio, l’obiettivo – che ha animato l’iniziativa organizzata dalla Comunità palestinese di Palermo Voci nel Silenzio, tenutasi martedì 9 luglio all’Assemblea Regionale Siciliana. Un evento molto partecipato e sentito, che ha visto la partecipazione, in collegamento web, di Maher Nicola Canawati, sindaco di Betlemme, città gemellata con Palermo. Presenti anche alcuni sindaci siciliani che, in questi mesi, si sono distinti per iniziative coraggiose e concrete a favore della causa palestinese.
Durante la conferenza è stato sottoscritto un documento della comunità palestinese cittadina contenente precise rivendicazioni, a partire dalla richiesta di interrompere i rapporti tra la Regione Sicilia e lo Stato di Israele. Il documento, inizialmente condiviso da alcune forze di opposizione all'Ars, è stato poi trasformato in una mozione che, pur approvata all’unanimità, è stata completamente rivisitata e svuotata del suo significato politico originario.
«Avremmo sperato che il documento presentato all’Assemblea Regionale fosse accolto in modo totalmente diverso», ha dichiarato Zaher Darwish, presidente di Voci nel Silenzio. «Questo ci ha profondamente rammaricato e ferito, non solo come comunità palestinese, ma come popolazione siciliana». Darwish ha poi aggiunto: «In qualità di città gemellata con Betlemme e Khan Younes – con quest’ultima impossibilitata a partecipare a causa della situazione nella Striscia – ci aspettavamo un'azione e una sensibilità diversa da quella dimostrata negli ultimi mesi. Abbiamo offerto al Parlamento siciliano l’occasione di condividere il sentimento popolare attraverso il documento, e oggi offriamo nuovamente questa possibilità alle amministrazioni, a partire da quella comunale».
Lo scopo dell’incontro, tenutosi presso la Sala Mattarella di Palazzo d’Orléans, è stato quello di tradurre a livello istituzionale il “diffuso sentimento popolare del popolo siciliano” verso la Palestina e la tragedia umanitaria che essa sta vivendo. Da qui la proposta di istituire un tavolo tecnico tra le amministrazioni locali, per dare concretezza al gemellaggio con Betlemme e Khan Younes – quest’ultima devastata dall’offensiva israeliana – e per sollecitare la Regione Sicilia a prendere posizione rispetto al genocidio e all’occupazione in atto. Il Comune di Palermo ha assicurato la propria partecipazione, come annunciato dall’assessore Fabrizio Ferrandelli, presente in sala su delega del sindaco Roberto Lagalla.
«C’è stata un’espressione popolare trasversale che ha condiviso le aspirazioni del popolo palestinese e condannato ciò che avviene nei territori occupati per mano dello Stato criminale israeliano – ha proseguito Darwish –. Questa espressione è stata accolta da molte amministrazioni locali». Secondo Darwish, le amministrazioni locali devono «rispettare e dare voce a questo sentimento popolare diffuso in tutto il territorio regionale e nazionale».
Il sindaco di Betlemme: “Questa conferenza è un momento di verità”
A seguire è intervenuto il sindaco di Betlemme, Maher Nicola Canawati: «Oggi non parlo solo come sindaco, ma come rappresentante di un popolo che aspira alla giustizia, alla libertà, ai diritti e alla dignità». Salutando le autorità istituzionali e i cittadini presenti, ha auspicato la nascita di un collegamento tra le municipalità siciliane e quelle palestinesi: «È un forte segno del vostro senso morale e della vostra solidarietà».
«Per noi – ha aggiunto – le municipalità vanno oltre la gestione amministrativa: sono veri ponti tra popoli, strumenti di dialogo e cooperazione». Canawati ha poi accolto con favore lo spirito del documento presentato: «È una vera dichiarazione di sostegno al diritto del popolo palestinese di vivere in pace e dignità entro i confini del 1967».
Il sindaco ha ribadito l’importanza del ruolo delle istituzioni locali, sottolineando che «la giustizia non riguarda solo i saloni delle Nazioni Unite, ma si radica anche nelle municipalità, che devono farsi portavoce della fratellanza». Ha quindi definito la conferenza «più di un incontro: un momento di verità, di unione e di speranza», ricordando che «mai come oggi abbiamo bisogno di questa chiamata».
Rivolgendo un pensiero alla Striscia di Gaza, ha detto: «Gaza sta sanguinando. La crisi dei suoi bambini è soffocata dal silenzio della comunità internazionale. Serve giustizia». Canawati ha poi rivolto un invito: «Le strade e i luoghi sacri di Betlemme devono aprire i vostri cuori. Venite a visitarci. Vogliamo concretizzare questo gemellaggio anche attraverso incontri diretti, non solo virtuali». È stata quindi avanzata l’ipotesi, discussa in sala, di una delegazione di sindaci siciliani in visita ufficiale a Betlemme.
L’impegno dei sindaci di Polizzi, Castelbuono, Vittoria e Isnello
Dopo l’intervento di Canawati, hanno preso la parola i sindaci di Polizzi Generosa, Castelbuono, Vittoria e Isnello. «È triste assistere quasi impotenti a quanto sta accadendo», ha affermato Marcello Catanzaro, sindaco di Isnello. «Un tempo le organizzazioni internazionali riuscivano a intervenire. Oggi sembrano incapaci di fermare un massacro del genere. È quindi fondamentale l’impegno dei comuni e dei cittadini».
Catanzaro ha dato «piena disponibilità, in qualunque forma, a sostegno del popolo palestinese. Non importa se si è piccoli o grandi comuni: conta la volontà di fare qualcosa». Stessa disponibilità è arrivata anche dagli altri sindaci, che hanno sottoscritto il documento di Voci nel Silenzio.
Gandolfo Librizzi, sindaco di Polizzi, ha ricordato lo sciopero della fame che aveva intrapreso a maggio scorso, e ha dichiarato: «C’è una legge del ’93 che consente ai comuni di destinare parte dell’8 per mille delle tre entrate principali a progetti di cooperazione. Possiamo deliberare insieme, con una visione condivisa, per finanziare progetti concreti di solidarietà».
Il sindaco di Castelbuono, Mario Cicero, ha ricordato la sua iniziativa di stilare una lista di aziende da boicottare, che gli è costata anche minacce da parte delle autorità israeliane. «La nostra comunità non ha guardato dall’altra parte. Abbiamo messo in atto numerose iniziative. Dobbiamo agire per offrire alla popolazione palestinese sbocchi sociali, sanitari, culturali ed economici».
Ha concluso la serie di interventi il vicesindaco di Vittoria, Giuseppe Fiorellini: «Questo movimento deve allargarsi, fino a rappresentare una vera comunità internazionale fatta di cittadini, non di rappresentanti che oggi tacciono o si occupano di altri interessi». Fiorellini ha aggiunto: «I palestinesi sono nostri fratelli perché riteniamo che abbiamo un ruolo comune di collaborazione all'interno di questo pezzo del mondo, che è il Mediterraneo”. Pertanto “vedremo il modo come riterrete, e riterremo, insieme di poter sostenere questo processo di accompagnamento del popolo palestinese verso la liberazione, perché il problema vero della pace mondiale è quello dell'autodeterminazione dei popoli. E il popolo palestinese non può essere oggi ostaggio dello Stato arabo vicino che lo scambia molto spesso in un rapporto con Israele, che evidentemente serve a fare altro”.
Parole forti, condivise dalla comunità palestinese palermitana. «Sono interventi che dovrebbero servire da esempio anche per realtà più grandi», ha commentato Adham Darawsha di Voci nel Silenzio. «Questa è la Sicilia che conosciamo. Una Sicilia che nelle grandi città, come Palermo e Catania, si è nascosta, ma che oggi, attraverso i sindaci presenti, ha dato un contributo vero e fattivo».