TORINO: L’INTIFADA STUDENTESCA SI RIVERSA SUI BINARI E BLOCCA TORINO PORTA NUOVA
Di Noemi Carchedi e Alberto Guastamacchia
Sabato 8 giugno 2024, dopo quasi un mese di occupazione a Torino dell’Università di Palazzo Nuovo, la sede del Politecnico e la facoltà di Fisica, i ragazzi protagonisti del movimento dell’Intifada studentesca portano ancora una volta i colori della Palestina per le strade di Torino, dando vita ad un corteo di più di 500 persone, tra studenti e famiglie.
“Sono quattro settimane che studenti universitari stanno occupando Palazzo Nuovo per richiedere il boicottaggio accademico contro le università israeliane e le aziende che producono armi”, sostengono i manifestanti, “sono espliciti i legami tra la ricerca accademica sionista e l’innovazione in campo bellico che permette le pratiche di colonizzazione e apartheid in Palestina; come universitari sentiamo la responsabilità di non essere complici del genocidio e dunque, di non permettere che i nostri saperi vengano messi al servizio del paradigma della guerra che sta imperando in tutto il mondo”.
Torino è una città simbolo della produzione e vendita di armi che raggiungono anche Israele, rendendo indiscutibile la complicità del capoluogo piemontese. L’Oval di Torino, infatti, ogni due anni ospita la mostra-mercato “Aerospace & Defence meetings” dove compagnie di contractor, organizzazioni internazionali, fabbriche nel settore, governi ed esponenti delle forze armate si incontrano e sottoscrivono accordi commerciali per la vendita di armi.
“Intifada ovunque”, così recita lo striscione in testa al corteo che raggiunge il centro del mercato di Porta Palazzo, qui il professor Gian Giacomo Migone prende il microfono “Ringraziamo gli studenti che hanno occupato l’università e gridiamo insieme con loro Palestina libera. L’Italia ha un governo fascista, che non a caso fabbrica armi e appoggia in tutti i modi Netanyahu e il governo israeliano che sta compiendo uno sterminio. Palestina libera significa anche Italia libera” e incita i cittadini torinesi ad una presa di coscienza collettiva che deve portare ad appoggiare e ad unirsi ai movimenti studenteschi in lotta per questa importante causa.
La rabbia per gli orrori commessi si consuma in via San Francesco d’Assisi , dove gli studenti imbrattano di vernice rossa la filiale dell’Intesa San Paolo, sanzionata perché collusa con l’università complice di Israele e del genocidio del popolo palestinese.“Il rettore Geuna presiede ad un tavolo di collaborazione tra San Paolo e UniTo con finanziamenti da 15 milioni di euro» denunciano ancora i manifestanti. Poco dopo, in Corso Matteotti, è stata presa di mira anche una stazione di rifornimento Eni con la conseguente affissione di un cartello che recita “Eni complice del genocidio”. La società fondata da Mattei è ritenuta anch’essa responsabile dell’espropriazione e devastazione dei territori palestinesi a causa dei giacimenti di gas.
L’intifada si dirige poi alla stazione di Porta Nuova, dove i manifestanti sono entrati occupando i binari, azione che ha causato 2 ore di blocco della circolazione dei treni che hanno accumulato ritardi fino ad 80 minuti. Un’altro grande passo per gli studenti che tra applausi e cori si dirigono fuori dalla stazione.
Il corteo rientra in strada bloccando il grosso incrocio tra Via Nizza e Corso Vittorio Emanuele II. Qui accendono un grande falò in cui viene bruciata la bandiera israeliana e successivamente, tenendosi per mano, creano un cerchio e danno vita alla ‘’dabke”, tipica danza mediorientale e palestinese. Un grande gesto di solidarietà al popolo palestinese, dopo l’ennesima strage avvenuta venerdì al campo profughi di Al-Nuseirat. Durante un blitz armato per liberare 4 ostaggi israeliani, l’IDF ha massacrato 226 civili e causato oltre 400 feriti.
Il corteo, iniziato alle 15, si è concluso verso le 21 alla facoltà di Fisica, non lontana dal Castello del Valentino, dove la Digos ha identificato 45 universitari per interruzione di pubblico servizio. Lo stesso era avvenuto a Bologna lo scorso 28 maggio quando il corteo pro-palestina aveva occupato i binari della stazione.